Un filo diretto con l'etologia cognitiva e relazionale

Filosofo, etologo e zooantropologo.
Da oltre vent’anni conduce una ricerca interdisciplinare volta a ridefinire il ruolo degli animali non umani nella nostra società.
Direttore del Centro Studi Filosofia Postumanista e della Scuola di interazione uomo-animale (Siua), è autore di oltre un centinaio di pubblicazioni nel campo della bioetica animale, delle scienze cognitive e della filosofia post-human.
È inoltre direttore della rivista “Animal Studies”, la Rivista Italiana di Zooantropologia (Apeiron).

La noia nel cane: riconoscerla per evitarla

a bored french bulldog lying down and resting on sofa looking outside

di Roberto Marchesini

Cos’è la noia?

La noia rappresenta uno stato di disagio molto importante che può compromettere la condizione fisiologica e psicologica del cane e che, pertanto, va attentamente monitorata e riconosciuta. Sappiamo che la noia può essere causata da una carenza di stimoli, per esempio stare molte ore in casa da solo, oppure da un deficit di espressione, il più delle volte di origine motivazionale: in pratica se il cane fa poca attività. La noia, perciò, può essere la conseguenza di un’ipostimolazione emozionale, come vivere in un ambiente poco interessante o poco evocativo, oppure di una condizione di demotivazione, quando nell’ambiente mancano quegli agganci motivazionali che sostengono l’attività dell’individuo. 

Comportamenti diversivi e comportamenti dislocativi.

La noia è in genere il frutto di una condizione protratta di basso arousal che stimola il soggetto a cercare comportamenti diversivi, come il frugare nei cestini o mordicchiare la gamba di un tavolo. Questi comportamenti provocano attività distruttive o di soqquadro e possono essere il frutto di una sorta di vagabondaggio all’interno della casa oppure essere circoscritti all’area di riposo del cane. Abbiamo, poi, i comportamenti dislocativi, come leccarsi ripetutamente le zampe o strapparsi il pelo fino a prodursi lesioni o granulomi da leccamento. Sappiamo che in molti zoo si arriva persino all’autoamputazione di alcune parti del corpo, soprattutto la coda. Tanto la distruttività che la dislocazione determinano seri problemi.

Le emozioni

In altre circostanze la noia può produrre un forte carico emozionale, come: i) l’inquietudine o senso di precarietà, per cui è facile l’evoluzione ansiosa; ii) l’irrequietezza o incapacità di raggiungere lo stato di calma, per cui il cane pigola o abbaia continuamente. Possiamo, pertanto, avere evoluzioni differenti rispetto ai più comuni comportamenti distruttivi di origine diversiva o vizi comportamentali di natura dislocativa. Il carico emozionale è tipico dei cani giovani o appartenenti ad alcune razze selezionate per il lavoro e può determinare progressivi stati di sensibilizzazione, paura specifica o irritabilità. Questo significa che di fronte a una compromissione emozionale bisogna sempre chiedersi se il cane fa una sufficiente attività fisica e motivazionale, perché questo deficit può esserne la causa.

Qual è la natura del problema?

Come in tutte le situazioni in cui si manifesta un’alterazione comportamentale è indispensabile saper fare una diagnosi differenziale, onde cogliere la natura del problema e la sua corretta eziologia. Spesso le persone affermano che il loro cane soffre di ansia da separazione perché quando ritornano a casa trovano tutto a soqquadro, ma il problema potrebbe benissimo avere un’origine differente. Faccio solo due esempi, tra i molteplici enumerabili: i) il cane sta troppe ore in casa da solo, per cui si annoia e a un certo punto inizia a vagabondare per casa andando a frugare qua e là; ii) il cane ha una posizione sociale alta, per cui non accetta di essere lasciato in casa quando il gruppo esce in ricognizione e in questo caso i comportamenti nascono da una reazione irritativa e dimostrativa. Ovvio che non si tratta banalmente di dispetti, ma occorre anche evitare di diagnosticare ansia con facilità.

Il mio cane si annoia davvero ?

Esistono, poi, situazioni in cui le persone affermano che il cane si annoia quando in realtà sta benissimo. Accanto al bisogno di fare attività, il cane ha anche necessità di trascorrere dei momenti di rilassamento sulla propria brandina mordicchiando un ossetto o semplicemente riposando, senza dover necessariamente dimostrare a noi il suo affetto in modo continuativo. Allo stesso modo, quando sono al parco o in area cani, non devono per forza correre come dei forsennati per dimostrare a noi che si stanno divertendo. I cani amano avere dei momenti di contatto con l’ambiente, in altre parole: annusare, marcare, esplorare, guardarsi intorno. Insomma la loro vita è ben più complessa rispetto a quella frenesia che purtroppo è diventata ormai parte integrante della nostra vita. Forse dovremmo imparare da loro.

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