Un filo diretto con l'etologia cognitiva e relazionale

Filosofo, etologo e zooantropologo.
Da oltre vent’anni conduce una ricerca interdisciplinare volta a ridefinire il ruolo degli animali non umani nella nostra società.
Direttore del Centro Studi Filosofia Postumanista e della Scuola di interazione uomo-animale (Siua), è autore di oltre un centinaio di pubblicazioni nel campo della bioetica animale, delle scienze cognitive e della filosofia post-human.
È inoltre direttore della rivista “Animal Studies”, la Rivista Italiana di Zooantropologia (Apeiron).

Basta fake news, ecco tutte le verità sul lupo

tutta la verita sul lupo

di Claudia Fachinetti

Non esiste specie tanto studiata e chiacchierata quanto il lupo, animale su cui si sono scritti tantissimi libri, tra fiabe e saggi, che genera emozioni contrastanti di attrazione e di paura, di odio viscerale o di amore profondo, di disprezzo o di rispetto ed è un po’ come se tutti, in un modo o nell’altro, fossimo chiamati a scegliere da che parte stare: con lui o contro di lui. Questo interesse potrebbe essere dovuto al fatto che, in fondo, il lupo ci assomiglia, dalla vita sociale volta alla famiglia alla grande capacità di apprendimento che porta allo sviluppo di una vera e propria “cultura” locale, dall’adattabilità ad ambienti diversi alla sua forte territorialità, dalla cooperazione tra individui, per esempio nella gestione della prole, alla sua capacità predatoria. Amato o odiato che sia, sulla stampa nazionale e locale, italiana ed estera, così come in TV vengono riportate continuamente falsità, le cosiddette fake news, che si propagano e fanno il giro del mondo riportandoci sempre lì, da dove forse è tutto partito: la favola di Cappuccetto rosso. Proprio per questo il Wolf Apennine Center del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, uno dei principali gruppi attivi nello studio e la ricerca sulla specie in Italia, ha organizzato due giorni di confronto con giornalisti provenienti da varie testate italiane allo scopo di fare chiarezza una volta per tutte.

Ecco sfatate dagli esperti del WAC le leggende metropolitane

1) Il lupo è stato reintrodotto in Italia: falso.
Non sono mai esistiti progetti di reintroduzione di questa specie nel nostro Paese, né tantomeno interventi di liberazione avviati da associazioni animaliste, enti o presunti allevamenti. La popolazione di lupi si è ristabilita spontaneamente a partire dagli anni 80-90 a causa dell’abbandono della montagna, alla sua rinaturalizzazione e alla diffusione delle sue prede naturali.
2) Ci sono 600 lupi nella sola Toscana: falso.
Il lupo è un animale elusivo, difficile da catturare e identificare persino con le foto-trappole (e) e vive a densità molto basse. Pertanto è difficile da censire, ma le stime parlano di una consistenza di 1400 e 2000 animali in tutta Italia, di cui un centinaio sulle Alpi e il resto soprattutto sulla dorsale appenninica.
3) I branchi possono essere molto numerosi: falso.
Un branco è composto in genere da 4-5 individui con una coppia alfa, l’unica che si riproduce, e due o tre subordinati. Branchi da 20 individui esistono solo nei grandi parchi americani.
4) La popolazione di lupo dell’Appennino continuerà a crescere: falso.
Ogni territorio ha una capacità limitata per ogni specie animale in relazione alla risorsa trofica. Pertanto, considerando la situazione attuale la specie, come già ha messo in atto, inizierà a diffondersi in altre zone.
5) L’abbattimento di una percentuale di lupi limiterebbe l’eventuale predazione sul bestiame e manterrebbe sotto controllo i branchi: falso.
L’uccisione di esemplari senza conoscerne il ruolo sociale potrebbe causare la destrutturazione dei branchi con conseguenze imprevedibili. I giovani, per esempio, persa la guida degli adulti, potrebbero rivolgere il loro interesse verso prede più facili come il bestiame.
6) I lupi stanno riducendo la fauna selvatica: falso.
Il numero di questi predatori è proporzionale al numero di prede, inoltre dove assente l’interferenza dell’uomo, il lupo assume il ruolo di regolatore sulla popolazione di ungulati mantenendolo compatibile con l’ambiente naturale.
7) I lupi preferiscono predare gli animali domestici: falso.
Dall’esame delle feci rinvenute sul territorio è risultato che nella dieta del lupo il bestiame è meno del 5% e in molti casi si tratta di animali morti per altre cause. La predazione sul bestiame è comunque possibile per questo è necessario gestirlo adeguatamente e metterlo in sicurezza, per esempio, utilizzando cani da guardiania.
8) Il lupo è pericoloso per l’uomo: falso.
Non esistono casi di attacco dal 1800 (avvenuti comunque in condizioni particolari) e in generale il lupo tende a evitare l’uomo. Le segnalazioni di episodi di presunta aggressione sono in realtà imputabili a cani. Tuttavia, essendo il lupo un animale selvatico è molto importante evitare di renderlo confidente con l’uomo, per esempio alimentandolo artificialmente, in modo da azzerare il rischio.

Fonte: Rivistanatura.com

Immagine di copertina: © Roberto Sauli

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