Un filo diretto con l'etologia cognitiva e relazionale

Filosofo, etologo e zooantropologo.
Da oltre vent’anni conduce una ricerca interdisciplinare volta a ridefinire il ruolo degli animali non umani nella nostra società.
Direttore del Centro Studi Filosofia Postumanista e della Scuola di interazione uomo-animale (Siua), è autore di oltre un centinaio di pubblicazioni nel campo della bioetica animale, delle scienze cognitive e della filosofia post-human.
È inoltre direttore della rivista “Animal Studies”, la Rivista Italiana di Zooantropologia (Apeiron).

Educatore cinofilo: una professione che rimane priorità

Una nuova alleanza

Nella nostra società vivere con il cane richiede la messa a punto di una cultura cinofila capace da un lato di dare risposte ai bisogni del quattro zampe, nelle sue diverse espressioni individuali o di razza, dall’altro di trovare delle soluzioni riferite agli spazi e agli stili della società nel suo complesso.

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Come è cambiato il rapporto tra uomini e cani?

Nella consapevolezza di vivere in un mondo che ha lasciato alle spalle la cultura rurale, è indispensabile ricostruire questo incontro sulla base di una nuova alleanza che tenga conto in primis di cosa sia effettivamente un cane. Il rischio, infatti, è quello di pretendere da lui un ruolo e un’identità che non gli appartengono.
I cani non sono né peluche né bambini: per rispettarli occorre venir incontro alle loro esigenze e preparare le loro capacità adattative attraverso un’adeguata batteria esperienziale condotta fin dai primi mesi di vita.

È necessario educare il cucciolo, ma allo stesso tempo bisogna educare il proprietario, proprio per arrivare a una convergenza di stili che valorizzi un benessere condiviso nello stare insieme.
Questo è l’obiettivo che ci si pone con l’educazione cinofila, qualcosa di più della semplice educazione del cane: è un servizio di consulenza globale finalizzato a valorizzare la relazione.

Un servizio di consulenza al proprietario

Tutto comincia dal desiderio di avere un cane. Un cane… ma quale? E poi siamo veramente sicuri che in quella particolare situazione sia la cosa giusta?

Mi rendo conto che non è possibile fare il terzo grado a quanti desiderano adottare un cane – utilizzo il termine “adottare” perché sempre, anche quando lo si paga, un cane lo si adotta, non essendo un oggetto – anche se i responsabili di tanti canili e molti allevatori sono estremamente scrupolosi prima di assecondare il desiderio delle persone.

Si prodigano a spiegare le caratteristiche di quel cane, quali siano i suoi bisogni, come ci dovrà comportare con lui e come mettergli a disposizione contesti, situazioni, possibilità espressive che rappresentano imprescindibili esigenze per il suo benessere.

Adottare un cane

Spesso, tuttavia, anche questi tentativi cadono nel vuoto, perché quando una persona decide di adottare un certo cane scatta come una sorta d’innamoramento ed è assai difficile spiegargli che non fa per lui.
Quindi in gran parte delle circostanze, anche se ovviamente non in tutte, è necessario intervenire a posteriori per trovare delle soluzioni di compromesso o comunque per cercare di trovare le giuste convergenze che consentano di dare benessere al cane e soddisfazione alla persona.

Educare le persone vuol dire renderle maggiormente consapevoli che il benessere psicologico del loro cane è la migliore garanzia per poter poi vivere in pienezza la relazione e per mettersi al riparo da difficoltà di gestione e dai problemi comportamentali che potrebbero comparire in futuro.

Educare le persone vuol dire renderle maggiormente consapevoli che il benessere psicologico del loro cane è la migliore garanzia per poter poi vivere in pienezza la relazione e per mettersi al riparo da difficoltà di gestione e dai problemi comportamentali che potrebbero comparire in futuro. Non è un compito facile perché richiede grandi doti di comunicazione, una notevole discrezione nell’interazione, per evitare di essere vissuti come invadenti la privacy, una spiccata attitudine a coinvolgere e a farsi seguire perché senza la piena alleanza della persona anche le informazioni più semplici non trovano traduzione.

L’educatore cinofilo come consulente di relazione

Chi si occupa di educazione cinofila deve essere un buon consulente di relazione e la sua preparazione deve prevedere anche nozioni di base di comunicazione interpersonale e di gestione delle situazioni critiche.
La parte consulenziale è basata sul saper fornire informazioni corrette e quanto più esaustive circa i bisogni di base del cane1 e le migliori prassi di gestione quotidiana, anche in relazione alle caratteristiche del contesto ambientale e familiare.

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Il testo è tratto dal quaderno Educazione cinofila di Roberto Marchesini, Edizioni Apeiron. Se desideri acquistarlo, richiedilo scrivendo a acquisti@marchesinietologia.it.

Foto di copertina: ©Cinzia Morando
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