
L’accesa individualità del piccolo felino dipende da vari fattori, non ultimi quello di predisposizione genetica e di sviluppo embriofetale, ma non va dimenticata la grande plasticità evolutiva che questa specie presenta. Per comprendere la dimensionalità evolutiva del gatto, è indispensabile far riferimento alla vastità dei territori in cui anche in origine tale specie era diffusa e il generalismo predatorio che altresì manifesta.
Quando un animale è presente in territori molto differenti, deve avvalersi, oltre che dell’adattamento filogenetico – vale a dire di quel processo che di generazione in generazione, attraverso il maglio della selezione, conforma la specie a un certo habitus di ecologia comportamentale – anche di quello ontogenetico, ossia di un percorso evolutivo che riadatta il profilo del soggetto, imprimendogli un’identità singolare che chiamiamo, per l’appunto, individualità.
L’adattamento ontogenetico utilizza i processi di apprendimento che si compiono nell’interazione del cucciolo con:
- il contesto di vita, vale a dire l’insieme degli stimoli presenti, il campo di agibilità e i target verso cui rivolge il suo comportamento;
- i referenti sociali, in particolare i conspecifici nelle cure parentali e nell’interazione sociale.
Il cucciolo cioè è sensibile a tutto ciò che gli accade, con particolare rilevanza nel corso di un periodo che prende il nome di età evolutiva. Si tratta di un momento molto importante nella vita del gatto, perché va a strutturare il suo carattere e le linee tendenziali del suo rapporto con il mondo, per esempio:
- il livello di socievolezza o propensione di interazione con conspecifici e con eterospecifici;
- la tolleranza alla manipolazione e in particolare la sensibilità somestesica o di sensibilità del corpo;
- il tipo di ambiente a cui il soggetto è abituato e quindi l’integrazione a un certo contesto e la familiarità con gli eventi che in esso si verificano;
- le competenze che assume, sia in termini di valutazione, vale a dire cosa preannuncia una certa situazione, sia di modalità operativa, come affrontare gli scacchi e come raggiungere gli obiettivi;
- gli oggetti con cui il soggetto instaura un rapporto di confidenza o di attribuzione di significato, che in pratica indica il valore d’uso di un ente rispetto ai bisogni e alle motivazioni del gatto;
- gli stili espressivi e le abitudini, in termini di destinazione d’uso di un certo spazio, di modalità di ripartizione della giornata, di modale ludico, di bioritmo;
- le preferenze, per esempio di ordine alimentare, di privacy, di indirizzo di comportamenti specifici come il supporto dove farsi le unghie o il tipo di lettiera ove fare le deiezioni;
- il livello di sensibilità agli stimoli esterni e in particolare il gradiente di emotività sviluppata, il carattere emozionale, la reattività emotiva.