
Un luogo comune, che ultimamente ha preteso persino l’accreditamento scientifico, vuole che cane e proprietario in qualche modo si assomiglino fino a corrispondere alla formula stereotipata del “tale quale”. Ma forse le cose sono un po’ più complesse di come appaiono.
Stiamo parlando infatti di somiglianza morfologica, del tipo cane brachimorfo con persona tracagnotta e dolicomorfo con longilineo, o piuttosto comportamentale, cane nevrile con umano esagitato e viceversa riflessivo con pantofolaio? Ci stiamo riferendo a corrispondenze determinate dalla elettività di scelta della razza oppure di una similitudine che si costruisce giorno dopo giorno nella vita in comune? E le domande non finiscono qui: che cosa intendiamo esattamente per somiglianza?
La somiglianza riguarda una corrispondenza in senso speculare, nel senso di ritrovarsi nel carattere del cane, oppure per complementazione, tale da produrre una perfetta sintonia per compensazione delle reciproche carenze? Quali caratteristiche andiamo a prendere in considerazione? Proviamo allora a procedere con ordine. Come prima cosa non vi è dubbio che, al di là dell’appartenenza a questa o a quella razza – e quindi prima di esaminare il profilo di alcune categorie – il cane, voglio dire, tutti i cani condividono delle caratteristiche morfologiche, fisiologiche e comportamentali comuni.
Prima viene il carattere etologico del cane, poi le vocazioni-attitudini di razza. In altre parole, possiamo parlare di cane come di un’entità che si caratterizza per un ventaglio di qualità che lo differenzia da ogni altro essere vivente. La caninità o dimensione specie specifica del cane presenta delle peculiarità non solo nel modo espressivo del quattro zampe ma della tipologia di relazione che instaura. Non tutte le persone scelgono di vivere questa esperienza per un’innumerevole serie di motivi: e già questo ha delle ripercussioni sulla nostra definizione di corrispondenza, sia che la riteniamo posta a priori dell’adozione sia che la collochiamo a posteriori della storia comune.
Prima di mettere a fuoco le propensioni di razza occorre capire cosa caratterizzi il cane come entità ed esperienza relazionale. A noi interessano ovviamente quelle peculiarità che contribuiscono a definirne il profilo identitario, bacino e punto di confluenza dell’esperienza relazionale. Forse sarebbe più opportuno chiedersi qual è il profilo delle persone che scelgono di vivere con un cane oppure se esiste un profilo che caratterizza il cinofilo. Ancora una volta ritengo che questo profilo non esista; l’esperienza cinofila si costruisce a posteriori nella conoscenza e nel disvelamento di tendenze che molto spesso la persona ignorava persino di possedere.