
Di certo, nelle attività operative, per esempio in tutte le fasi del procacciamento del cibo e della perlustrazione del territorio, il micio esprime a pieno titolo la sua individualità: è, in buona sostanza, un solista. Essere un solista significa immergersi nella dimensione prassica – tanto nel rincorrere una preda quanto nel cercare di estrarre qualcosa da un pertugio – in modo individuale, contando cioè essenzialmente sulle proprie forze.
In questi casi viene a mancare quel tratto collaborativo, che si esplicita non solo nell’azione concertata ma altresì nella definizione di ruoli e di schemi di cooperazione, istituzionali nel cane, compresa l’abitudine negoziale e l’ubbidienza. Il cane, infatti, tende a rivolgersi al gruppo non tanto per chiedere aiuto quanto per accordarsi sul da farsi, per giungere cioè a una concertazione operativa. Indubbiamente, anche il cane, presenta espressioni individuali, ma queste non rappresentano la regola, come viceversa nel felino. Il gatto può chiedere aiuto se si trova in difficoltà, ma in questi casi più che appellarsi a una partnership tra pari, come avviene nel cane, assume tipici comportamenti da cucciolo.
Quando parliamo di un atteggiamento da solista, non escludiamo peraltro saltuari eventi di cooperazione o di alleanza operativa tra gatti: lo vediamo nella collaborazione parentale, ma è riscontrabile anche tra maschi che possono allearsi per scacciare un intruso. Del resto non sono pochi i riscontri aneddotici di gatti che hanno manifestato comportamenti di alleanze nelle situazioni più disparate; posto che occorre sempre fare una tara a questi riscontri, che spesso sono conditi di antropomorfismi, è tuttavia possibile che, nell’estrema variabilità espressiva del micio, possano emergere occorrenze collaborative non generalizzabili.
Rimarcare l’attitudine da solista del gatto vuol dire sottolineare che si tratta di una specie che tende a fare affidamento in primis alle proprie forze. Nessuna meraviglia, pertanto, se essere un solista significa dedicare molto tempo alla cura delle proprie dotazioni, per esempio tenere pulito il mantello e ben affilati gli artigli, e alla preservazione delle proprie risorse, soprattutto in termini di disponibilità di un territorio utile.