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La mafia delle scimmie, come i macachi ricattano i turisti per un cracker

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I macachi che abitano nei pressi del tempio di Uluwatu, a Bali, hanno imparato a rubare oggetti preziosi ai turisti, restituendoli solo in cambio di cibo. 

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Le scimmie antropomorfe adottano spesso comportamenti omologhi a quelli degli esseri umani, o viceversa. Questi primati, proprio come noi, possono essere altruisti, possono stringere alleanze politiche in base alle convenienze, possono scambiarsi informazioni tramite l’osservazione reciproca. Non solo, sarebbero anche capaci di compiere estorsioni e ricatti. È quanto accade a Bali, nei dintorni del tempio di Uluwatu, dove gli esemplari di macaco cinomolgo (Macaca fascicularis) che vivono nella foresta circostante rubano oggetti di valore, come occhiali, cappelli e macchine fotografiche, ai turisti per poi pretendere del cibo in cambio della restituzione.

Macachi mariuoli

Questo comportamento, già noto da anni ai visitatori del tempio, è stato descritto per la prima volta in uno studio scientifico, pubblicato sulla rivista Primates. Un gruppo di ricercatori, guidato da Fany Brotcorne, primatologa dell’Università di Liegi, ha osservato i macachi scippare i turisti e, anziché fuggire dopo il furto, aspettare sul posto, da una posizione sicura, in attesa di un’adeguata ricompensa. “Sono disposti a restituire l’oggetto rubato solo in cambio di cibo – ha spiegato Fany Brotcorne. – Ma non basta un qualsiasi pezzo di pane per farsi restituire il maltolto: se gli si offre qualcosa di poco gradito, lo buttano via. Se invece è qualcosa di gustoso ma in scarsa quantità, continuano a chiedere altro cibo. Solo quando la contropartita è, a loro giudizio, adeguata, abbandonano l’oggetto rubato”.

Una cultura del furto 

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Si ritiene che questa strategia non sia un’abilità innata, bensì un comportamento appreso. “È un comportamento unico – hanno confermato i ricercatori – il tempio di Uluwatu è l’unico posto dove è stato osservato”. Anche gli animali, infatti, sono in grado di sviluppare e trasmettere una cultura. La prima prova di una cultura animale, come riportato dall’etologo Frans de Waal, venne fornita proprio dai macachi, che cominciarono per primi a lavare le patate dolci sull’isola giapponese di Koshima. “All’inizio la tradizione del lavaggio si diffuse tra individui della stessa età, mentre oggi passa, seguendo un percorso transgenerazionale, dalla madre alla prole”. Secondo Brotcorne la comprensione della trasmissione culturale tra questi primati potrebbe aiutarci a comprendere meglio le loro abilità cognitive e insegnarci qualcosa sui primordi della nostra specie e sull’evoluzione umana.

Impara l’arte e mettila da parte

I ricercatori hanno osservato quattro diversi gruppi di scimmie che vivono vicino al tempio. Dallo studio è emerso che i due gruppi che hanno trascorso più tempo vicino ai turisti avevano i tassi più elevati di furti e contrattazioni, sostenendo dunque l’idea che stavano imparando il comportamento guardandosi l’un l’altro, in particolare i più giovani imparano dagli adulti. Secondo gli autori dello studio sarebbe la prima volta che un comportamento così complesso viene descritto in una popolazione di scimmie selvatiche.

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Lorenzo Brenna
Naturalista per vocazione fin dall’infanzia, potrebbe trascorrere ore a guardare un gheppio che disegna cerchi nel cielo o una rana che nuota sotto il pelo dell’acqua. Con il tempo questa passione è riuscita a coniugarsi con l’altro vizio, quello della scrittura. Quando non si occupa di green economy e sostenibilità aziendale cerca di utilizzare la parola scritta per dare voce alle creature più indifese.

 

 

Sofia Calistri
Sofia Calistri
Sono una componente della redazione che si occupa di inserire i contenuti di Roberto Marchesini all'interno di questo blog. Auguro a tutti Voi una buona lettura!
http://marchesinietologia.it