
Il fascino esercitato dal gatto è cosa di cui è difficile dubitare: persino le persone che soffrono di paura o di fastidio verso il nostro piccolo felino – condizione conosciuta con il termine di ailurofobia – difficilmente negano che in lui vi sia un certo stile che gli dona eleganza e una certa grazia nella forma.
Si stima che oggi nel mondo vi sia un numero di gatti che oscilla tra i 650-700 milioni, superando di gran lunga il numero dei cani.
Il successo di questa specie, soprattutto nell’età contemporanea non si spiega con il paradigma dell’utilità e, a mio avviso, nemmeno con quello della sostituzione affettivo-parentale. I gatti sono gli indiscussi interpreti del web, sembra siano battuti solo dalla pornografia, e i brevi video sui gatti ottengono visualizzazioni che nemmeno gli attori famosi o i calciatori si sognano di ricevere.
Le foto che riprendono il gatto fanno il pieno di consensi e anche i post riferiti al micio sui social-media raggiungono numeri da capogiro di like. Studiosi del marketing utilizzano l’immagine del micio per catturare l’attenzione sui più svariati prodotti e lo fanno ormai da anni senza riscontrare effetti di assuefazione o caduta di interesse nel pubblico.
Tratto da L’identità del gatto