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Io sono qui, tu dove sei?

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Spesso diamo per scontato il fatto che occupare lo stesso posto nel medesimo momento voglia dire condividere la stessa esperienza nel qui e ora: il cane è qui di fianco a me, sta vivendo insieme a me questo momento della vita, se allungo la mano lo posso toccare, lo posso raggiungere.

Ma le cose stanno veramente così? Siamo davvero compresi in un medesimo luogo spazio-temporale oppure questa prossimità, l’apparente contiguità e condivisione che si offre scontata e banale, proprio perché apparecchiata da un intreccio di corrispondenze posizionate ad hoc, rende ancora più arduo raggiungere la vicinanza? Prossimità e vicinanza, due termini che solo in apparenza possono essere scambiati per sinonimi: il primo indica la condivisione di uno spazio, il secondo la partecipazione a un vissuto.

Il solo fatto che l’essere umano tenda a perdersi nei propri pensieri – tra immaginazioni e progetti – e sia quindi meno presente nel flusso di accadimenti che durante una passeggiata si dipanano come coriandoli tutt’intorno, mentre il cane ne è immerso, li coglie nell’immediatezza, vivendo la scorribanda nel mondo con piena attenzione a ciò che succede… già questa diversa posizionalità in un momento vissuto, che dovrebbe rappresentare l’emblema stesso della condivisione, ci fa comprendere la differenza tra prossimo e vicino.

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Nella nostra società la prossimità, enfatizzata dallo stile di vita – tutto è a portata di mano, ma non certo dell’autentico sentire! – non è mai vicinanza, anche perché l’individualismo, il consumismo, la propensione egocentrica, l’incapacità di concentrarsi su qualcosa, spaccia prossimità ad libitum per consentirci una lontananza che è quasi sempre desiderio d’impermeabilità del sentire. Nello stesso tempo è sempre più frequente – anche grazie allo sviluppo della telefonia e della telematica – che, al contrario, ci siano vicine persone molto remote da un punto di vista spaziale, come se la condivisione di uno spazio fosse ormai diventata un impedimento alla partecipazione empatica: cerchiamo gli altri nell’assenza e ci rinchiudiamo in noi stessi quando sono presenti.

 

Si tratta di una modalità di porsi in relazione che non aiuta certo il nostro rapporto di vicinanza con il cane per diversi motivi:

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a) il cane cerca la relazione nella presenza e nel contatto, vale a dire considera l’essere in un medesimo luogo come espressione di una partecipazione situazionale;

b) il cane è totalmente immerso negli accadimenti, ai quali dà un’importanza assoluta in termini di riferimento, ossia non tende mai astrarsi dal vissuto nel qui e ora;

c) il cane è rapportato al mondo in modo differente rispetto all’essere umano, sia da un punto di vista sensoriale che cognitivo, per cui l’uomo spesso non comprende cosa lui sta vivendo.

Tratto da L’identità del cane

Sofia Calistri
Sofia Calistri
Sono una componente della redazione che si occupa di inserire i contenuti di Roberto Marchesini all'interno di questo blog. Auguro a tutti Voi una buona lettura!
http://marchesinietologia.it