Plant revolution: le piante hanno già inventato il nostro futuro
Stefano Mancuso
Giunti Editore, 2017
Milano
ISBN 9788809831360
Pp. 272
Prezzo 20,00 €
Stefano Mancuso, scienziato di prestigio mondiale, professore all’Università di Firenze, dirige il Laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale (LINV). Membro fondante dell’ International Society for Plant Signaling & Behavior, ha insegnato in università giapponesi, svedesi e francesi ed è accademico ordinario all’Accademia dei Georgofili. Nel 2012 “La Repubblica” l’ha indicato tra i venti italiani destinati a cambiarci la vita e nel 2013 il “New Yorker” lo ha inserito nella classifica del “World changers”. Con la sua start-up universitaria PNAT ha brevettato Jellyfish Barge, il modulo galleggiante per coltivare ortaggi e fiori completamente autonomo dal punto di vista del suolo, acqua ed energia presentato all’EXPO Milano 2015 che si è aggiudicato l’International Award per le idee innovative e le tecnologie per l’agribusiness della United Nations Industrial Developmet Organization (UNIDO).
Una pianta non è un animale. Sembra la quintessenza della banalità, ma è un’affermazione che nasconde un dato di fatto di cui sembriamo essere inconsapevoli: le piante sono organismi costruiti su un modello totalmente diverso dal nostro. Vere e proprie reti viventi, capaci di sopravvivere a eventi catastrofici senza perdere funzionalità, le piante sono organismi molto più resistenti e moderni degli animali. Perfetto connubio tra solidità e flessibilità, le piante hanno straordinarie capacità di adattamento. La loro complessa organizzazione anatomica e funzionale richiede un sistema sensoriale molto sviluppato in modo tale da poter resistere a eventi potenzialmente dannosi. Quando si parla di robustezza e innovazione, nulla può stare al pari delle piante. Nella parte finale del libro si può trovare una dettagliata descrizione delle Jellyfish Barge, ovvero le serre galleggianti che si sviluppano in verticale e consentono la coltivazione di vegetale in assenza di suolo (queste strutture potrebbero assumere un’immensa importanza, considerata la sempre più crescente richiesta di cibo).
Recensione di Sofia Calistri