
Camminare in mezzo alla natura con il proprio cane rappresenta uno dei momenti più belli e autentici che la vita ci può riservare.
I passi del cane di fianco a noi, il senso di un’alleanza antica, la sintonia di una comunicazione che non ha bisogno di parole. Di colpo siamo proiettati in una dimensione ancestrale, come se riecheggiassero in noi ricordi remoti, esperienze che magicamente riemergono dai fondali del nostro passato filogenetico e che ancora riposano in qualche lontana regione della mente.
È un immergersi in un’esperienza plurisensoriale: sommersi dagli odori che salgono dal terreno e si mescolano con le essenze vegetali, il silenzio è rotto a rintocchi dal canto degli uccelli e dal ronzare di insetti, la luce scivola tra il fogliame disegnando chiaroscuri e sfumature tonali di verde, mentre la nostra mano sfiora arbusti e cortecce e impara a distinguere le diverse gradazioni del tatto. Il cane è lì, accanto a noi anche quando scivola in avanscoperta lungo il tragitto o si tuffa dentro coni di odori o si perde in un’autostrada olfattiva.
Sentiamo il suo ansimare, condividiamo il suo entusiasmo, comprendiamo le sue ragioni: siamo un unico corpo che si distende nello spazio.
Il cane si volta di colpo verso di noi e in quello sguardo c’è tutto il segreto di un rapporto che sfida il tempo.
Passeggiare non è soltanto il momento per fare i propri bisogni e non è nemmeno l’occasione per fare un po’ di moto: la passeggiata risponde a un desiderio profondo. Quando si studia il comportamento di una particolare specie – la disciplina che se ne occupa si chiama “etologia” – un argomento fondamentale per capire il carattere di un certo animale riguarda il capitolo delle motivazioni.
Una motivazione può essere considerata come: a) la propensione a fare una certa attività, per esempio rincorrere; b) la tendenza a orientarsi verso particolari stimoli, come per esempio gli oggetti in movimento; c) la correlazione specifica tra uno stimolo e un comportamento, per esempio rincorrere un oggetto in movimento; d) un modo per divertirsi ossia una modalità di gioco o di espressione che gratifica e appaga.
Per dare benessere a un animale non basta pertanto assolvere i suoi bisogni fisiologici di base – come mangiare, bere, riposarsi, evitare dolore e malattie – ma è necessario preoccuparsi che le sue tendenze motivazionali – le attività per cui la natura lo ha predisposto – trovino opportunità di espressione. Per il cane passeggiare è l’espressione di una sua motivazione profonda, la perlustrazione, un’attività che gli procura piacere e lo calma.
Quando consideriamo il comportamento di un cane spesso non teniamo conto del fatto che il suo sistema emozionale risente moltissimo dello stato complessivo del corpo. Un cane è il frutto di una storia naturale che lo ha vocato a esprimere certi comportamenti: in caso contrario il soggetto andrà incontro a tutta una serie di problemi che possono manifestarsi come disturbi del carattere o come malattie psicosomatiche.
Il cane ha bisogno di fare del movimento, di camminare e non semplicemente di scendere le scale di casa, fare i bisognini nel cortile condominiale e poi tornare su. La sua natura reclama un’attività fisica e psichica nel perlustrare un ambiente che è l’unica vera garanzia di benessere per il nostro cane: sia in termini fisiologici sia in quelli psicologici.
Un cane insoddisfatto sarà più sensibile anche ai più piccoli stimoli, sarà inquieto e nervoso, più esposto all’ansia e allo stress, vittima della noia e del bisogno di compensare la mancanza di attività con comportamenti sostitutivi come leccarsi ripetutamente o mordicchiarsi e strapparsi il pelo. A volte basta semplicemente allungare i tempi di una passeggiata, far vivere un’esperienza in un bosco o in mezzo alla natura per vedere tanti problemini sparire come d’incanto.