
Il gatto ha un udito sopraffino, per cui fa molta fatica a tollerare il frastuono e le persone chiassose, le situazioni caotiche lo confondono, i rumori improvvisi lo mettono sulla difensiva. Il suo udito è dalle due alle tre volte più sensibile al volume rispetto a quello umano; pertanto, qualunque sollecitazione un po’ troppo sostenuta, può essere estremamente fastidiosa e provocargli delle reazioni di vero e proprio panico o irritazione.
Quei suoni, che al nostro udito risultano di media intensità, per il gatto possono essere fonte di disturbo o di sovrastimolazione. La struttura emozionale del gatto può risentirne in termini di sensibilizzazione o di disagio. Non credo di esagerare dicendo che il rumore eccessivo deve essere messo al bando: occorre evitare di tenere la televisione o lo stereo al massimo volume o di provocare botti apposta come accendere petardi, far cadere degli oggetti per terra, sbattere le porte e via dicendo.
E non è solo questione di volume! Il gatto è sensibile a suoni ad alta frequenza, non avvertibili da parte dell’essere umano, arrivando a circa due ottave sopra la nostra soglia uditiva. Ovvio che il fatto stesso d’essere sordo a tali frequenze, rende l’uomo particolarmente negligente verso le cacofonie di ultrasuoni che provengono dagli elettrodomestici e da altri macchinari.
Tra l’altro il gatto riesce ugualmente a sentire suoni molto bassi, grazie al fatto che, rispetto alle dimensioni della testa, possiede una cassa timpanica rilevante. Inoltre il gatto è in grado di focalizzare la direzionalità della fonte, essendo provvisto di una pinna auricolare mobile e di una conformazione interna dell’orecchio che gli consente di evidenziarne anche l’altezza. Così equipaggiato, il micio può localizzare con precisione, a distanza di trenta metri, suoni che provengono da fonti diverse o che giungono dalla stessa direzione ma a distanza diversa.
(Tratto da L’identità del gatto)
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