
Dopo quasi 24 ore di viaggio, dopo aver superato i controlli sanitari per l’immigrazione, Cecilia è arrivata nella struttura della Protección a los Grandes Primarios (GAP) a Sorocaba, nell’entroterra dello stato di San Paolo, in Brasile. Ad accoglierla uno striscione con la scritta «Benvenuta , questa è la tua nuova casa». Nonostante i suoi 20 anni lei però non sa leggere. Così come non ha idea del contenuto dei quasi 50 fogli del tribunale che le hanno regalato una nuova vita.
Cecilia è infatti una femmina di scimpanzé ed è entrata nella storia per aver vinto in Argentina una causa contro la sua detenzione in gabbia ottenendo la libertà immediata e una nuova casa in Brasile: è il primo caso al mondo di “habeas corpus” concesso a un primate differente dall’essere umano.
Il processo in favore della scimmia era stato portato avanti dalla ong argentina Afada, i cui legali sostenevano che l’animale – abbandonato per anni da solo dentro uno zoo di Mendoza in condizioni precarie e dove avrebbe anche sviluppato segnali di depressione – è un soggetto di diritto e non un oggetto. «Cecilia si è evoluta molto bene, ci ha sorpreso per la buona curiosità che ha mostrato.
Da quando è arrivata ha cominciato a ispezionare ogni angolo della sua nuova casa, la sua camera da letto, il cibo, e le coperte che avevamo preparato per lei», dice Miguel Ángel Veudano, vice coordinatore del progetto GAP. Ora trascorrerà un periodo di osservazione prima che i responsabili della struttura decidano in quale area e in quale gruppo degli altri 50 primati possa essere inserita. È l’inizio della sua nuova vita.
Fonte originale : La Stampa