
La gioia rappresenta uno stato di completa apertura al mondo, di coinvolgente festosità, che sovente sconfina nell’euforia vera e propria. La gioia è un sentimento che percorre come un fulmine tutto il corpo del gatto e lo porta a mettere in atto comportamenti di esuberanza espressiva, sia di ordine relazionale sia di tipo atletico.
Nel gatto la gioia assomiglia a una sorta di possessione, capace di scatenare le attività più disparate, spesso ambivalenti e di finzione. È esuberanza allo stato puro, come se il corpo del micio non riuscisse a contenere la marea di energia interna che s’agita, rimbomba, esplode in una fantasmagoria di atteggiamenti. La gioia del gatto è contagiante, non è possibile sottrarvisi, qualunque attività stiamo facendo in quel particolare momento.
La gioia viene suscitata principalmente dal gioco con oggetti, soprattutto se condotto all’insegna dell’elicitazione predatoria, ove il micio sembra dare il meglio di sé e trovare immediata rispondenza con il mondo. D’altro canto, proprio la natura profondamente interattiva e curiosa del piccolo felino, lega la gioia alle novità, a quelle piccole sorprese che possono donargli quel brivido quotidiano che alimenta il suo stato di benessere. Non dobbiamo dimenticare tuttavia che la gioia non è influenzata esclusivamente dal mondo esterno ma, come per tutte le emozioni, risente delle condizioni interne e di altri prerequisiti di ordine emozionale e motivazionale.
La gioia chiede una buona condizione generale del corpo, in tutti i parametri fisiologici, in particolar modo nelle grandi funzioni organiche, nei parametri endocrini, nell’assenza di dolore, nell’esaudimento dei bisogni essenziali. Nella gioia il gatto si appoggia a un senso di vigore complessivo del corpo e un’apertura totale, e quindi basata sulla sicurezza, della condizione psichica. La gioia pertanto si basa sempre su una condizione di well-being.
La gioia può essere riferita inoltre al piacere dell’incontro con i referenti con cui ha costruito una forte affiliazione e questo soprattutto in certi momenti della giornata, come: il risveglio mattutino, il momento del pasto, le attività ludiche, il rientro a casa, gli attimi di rilassamento, i momenti regressivi. In questo caso lo stato di soddisfazione è più contenuto, ma ugualmente espresso con atteggiamenti che dimostrano apertura verso il mondo e piacere.
Il gatto ci richiama o ci saluta con miagolii insistenti, eccitato dalla nostra presenza come un micetto al ritorno della mamma, cerca attivamente il contatto, vuole raggiungere il nostro viso – e per questo tende a salire sulla tavola – per poter mettere in atto comportamenti di allorubbing vis-a-vis, sale sulle ginocchia andando avanti e indietro davanti a noi con la coda alta, può fare le fusa e impastare, esattamente come faceva durante l’allattamento. Si tratta di una gioia relazionale che ha a che fare in modo profondo con un altro stato emozionale, vale a dire l’affettività o, se vogliamo, ciò che noi umani chiamiamo amore.