
Crescere accanto a un cane è la più bella delle esperienze che un ragazzo può fare, ma proprio per questo motivo occorre fare di tutto per renderla un’occasione educativa.
I bambini e i cani sembrano fatti l’uno per l’altro, il loro rapporto è aperto a un’infinità di “dimensioni di relazione” – il gioco, l’affettività, la cura, la collaborazione, la proiezione, la finzione – mai chiuso all’interno di una strettoia, come spesso avviene per gli adulti che spesso affidano uno o al massimo due i ruoli di affiliazione con lui.
Per un ragazzo il cane è un compagno di vita, che può assumere diversi ruoli nel corso della giornata e può addirittura rivestirli tutti contemporaneamente. Per questo in linea di massima la relazione tra un bambino e un cane è più equilibrata e più aperta, cosicché il cane ha molte più possibilità di espressione libera. Nello stesso tempo tale varietà di condivisioni contribuisce a rafforzare nel fanciullo alcune qualità importanti come l’empatia, il prendersi cura dell’altro, la dedizione, l’autostima, l’autoefficacia, la capacità osservativa, la comunicazione non verbale, l’immaginario, l’esploratività, la fantasia… solo per fare qualche esempio.
Tutto questo si realizza tuttavia se il genitore è in grado di indirizzare e guidare questa relazione e soprattutto se ha la consapevolezza e la responsabilità di vigilare su di essa. I bambini, soprattutto al di sotto dei sei anni hanno scarsa consapevolezza di quali siano i comportamenti corretti da tenere e questo può essere un pericolo per loro e per il cane stesso. Non bisogna aver fretta di accontentare la richiesta di un bambino di avere un cane, occorre lasciar maturare questo desiderio in un percorso di preparazione all’evento.
I bambini, si sa, quando desiderano qualcosa la vorrebbero immediatamente, fanno fatica a concepire un’attesa e tuttavia prepararsi all’adozione e aspettare rappresentano momenti importanti nella costruzione corretta della relazione nonché nella formazione stessa del bambino. Mi piace parlare di una sorta di “calendario dell’avvento”, ove ogni giorno, al posto della finestrella da aprire, il genitore insegni al bambino a fare un’attività contemplata nella cura dei bisogni e nella gestione del cane: per esempio pulire una ciotola, versare del cibo in una scodella, asciugare del bagnato per terra, familiarizzare con il collare o la pettorina, esercitarsi a tenere correttamente il guinzaglio, imparare a spazzolare o a dare un “premietto”, rinunciare a un’attività divertente che si sta facendo o un programma di cartoni per scendere a fare una passeggiata.
È poi importante andare a visitare la mamma con i cuccioli qualche giorno prima dell’adozione, in modo tale che il bambino si renda conto che il cane lascerà una condizione di amore, di cura e di protezione quando verrà a stare con lui e pertanto richiederà che le stesse attenzioni gli vengano rivolte dalla sua nuova famiglia. Tutto allora assumerà il giusto profilo, soprattutto se eviteremo di consegnargli il cucciolo dentro una scatola di regalo e durante una festività, come Natale o il compleanno, con il rischio di assimilarlo ai giocattoli.