Epigenetica il DNA che impara : Istruzioni per l’uso del patrimonio genetico
Ernesto Di Mauro
Asterios Editore,2017
Pagine 114
Prezzo 15,00 €
Ernesto Di Mauro, biologo. Professore di Biologia Molecolare presso l’Università Sapienza di Roma,Direttore Scientifico della Fondazione Pasteur-Cenci bolognetti, Direttore del Centro Acidi Nucleici del CNR. È ora vicepresidente dell’ Académie Européenne Interdisciplinaire des Sciences (Parigi) e professore dell’Università della Tuscia. Ha sempre studiato i materiali genetici, le loro forme e strutture, la loro capacità di codificare segni e significati. L’eleganza e ilrigore della trasmissione dei messaggi genetici non possono essere separati dallo studio della loro origine. Con Asterios ha pubblicato Pandora, amore mio, riflessioni sul valore esistenziale della ricerca scientifica, De Rebus Natura, una riflessione sulla conoscenza, sulla nostra posizione nel tempo e nell’niverso, sul senso della vita.
Il diario di un viaggio è annotato dalla mente e dal corpo, che cambiano man mano che passa il tempo, man mano che le immagini scorrono attraverso il finestrino della macchina e filtrano alla mente attraverso gli occhi. E vengono immancabilmente annotate; nulla si dimentica; solo qualche piccola confusione ogni tanto. Ma cos’è dunque l’Epigenetica? Per comprendere meglio partiamo dal concetto di Genetica: eredità dei caratteri del vivente e dei meccanismi che la permettono. In prima approssimazione la genetica corrisponde in gran parte al DNA. Epigenetica: oltre a essere una sequenza si sostanze chimiche, di per sè stabile ed ereditabile in quanto tale, il DNA può anche essere durante la propria vita modificato in modo non permanente e questi cambiamenti possono essere in parte ereditabili. Le modificazioni sono dovute a piccole molecole che interagiscono con il DNA e che su di esso iscrivono il vissuto dell’organismo.
In altre parole è come se il DNA avesse una memoria e breve termine e le informazioni che acquisisce (le esperienze di vita) venissero trascritte su di esso.
Recensione a cura di Sofia Calistri