
Educare il proprio cane alla calma è il modo migliore per farlo stare bene e per ridurre alcune tra le problematiche gestionali più comuni, per esempio quelle relative all’ipersensibilità, all’eccesso motorio o reattivo, al comportamento esuberante.
Molte persone senza rendersene conto eccitano il cane perché si relazionano sempre con lui attraverso il movimento, la sfida, lo scherzo, il gioco corporeo, la voce alta e concitata oppure perché premiano il cane tutte le volte che questi va in eccitazione. La situazione tipica è l’entrata in casa, un evento che inevitabilmente eccita un po’ il cane: in genere le persone non calmano il cane ma aumentano la sua eccitazione attraverso il movimento, la voce acuta, l’aumento di attenzione.
L’educazione alla calma si basa su una forte coerenza del proprietario nella capacità di ignorare il cane quando manifesta comportamenti di esuberanza, ipercinesi o di eccessiva reattività e di premiare invece lo stato di calma, anche perché in genere si sarebbe portati a fare il contrario. Soprattutto nei momenti di rituale, come la sveglia, l’uscita o l’ingresso in casa, è importante affrontare queste circostanze con calma abbassando l’eccitazione del cane.
L’educazione alla calma deve mitigare gli eccessi: se il cane è eccitabile è meglio lavorare su giochi solutivi e sulla ricerca olfattiva. La calma è uno stato interno del cane, un’abitudine che assume nelle diverse circostanze perché quello è il suo stile e il suo modo di stare nella quotidianità. Non posso dare al cane uno stile ipercinetico e reattivo e poi pretendere che si metta tranquillo quando voglio. Calmo non significa perciò inibito. Possiamo anche avere dei momenti di gioco un po’ più attivi, come rincorrersi o il lancio della pallina: l’importante è disciplinare queste attività, vale a dire assegnargli un contesto (quando si fa) e un modo (come si fa) e favorendo la concentrazione al posto della semplice reattività.