
Quanti sono gli insetti sulla Terra? Quante specie, quante famiglie, quanti gruppi diversi? E si può calcolare quanti individui sono presenti, in continua attività, nei più diversi ambienti? Gli entomologi – e cioè gli studiosi e specialisti del vasto e ancora in parte inesplorato mondo di queste creature a sei zampe – tentano in ogni modo di offrire risposte adeguate: ma mentre si approfondisce questo immenso campo, l’orizzonte si allarga sempre più… Esistono su questo pianeta il doppio di forme d’Insetti rispetto a tutte le altre creature viventi sommate tra loro: sono così abbondanti in specie e individui, che il loro peso complessivo supera di gran lunga quello di tutte le altre entità animali. Essi costituiscono i veri e propri insostituibili “pilastri” della maggior parte degli ecosistemi, e rappresentano quindi una delle più solide “basi” per la perpetuazione della stessa vita sulla Terra.
Quanto al numero di specie di Insetti attualmente viventi sul Pianeta, esso risulta ancora sconosciuto, e quasi impossibile da calcolare: ma supera certamente il milione, e ciò di cui pochi dubitano è che circa la metà di queste specie si trovi concentrata nelle foreste tropicali umide, uno degli ambienti che oggi soffrono purtroppo del più rapido declino. Secondo alcuni studiosi, tuttavia, gli Insetti ancora da “descrivere” con tanto di nome latino sarebbero assai di più, e conterrebbero addirittura un numero di entità stimato da 3 a 10 milioni: e nessuno può negare che ogni giorno vengano scoperte nuove sorprendenti forme di vita, in quasi ogni angolo ecologico esplorato, con varietà di adattamenti straordinaria quanto imprevedibile. La dimensione media di un Insetto è circa un centimetro, il suo peso un paio di grammi, e la durata della sua vita un paio di settimane.

Certi entomologi stimano che il numero complessivo di individui di Insetti sul Pianeta superi l’incredibile cifra di 10 miliardi di miliardi di individui: una cifra astronomica, riferita a quantità in continua dinamica, che forse nessuno riuscirà mai a calcolare in modo attendibile. In questo mondo sterminato di esseri viventi, una constatazione balza agli occhi evidente: almeno un animale su quattro è un Coleottero, e quindi gli Scarabei – intesi in senso lato – rivestono un ruolo fondamentale: normalmente disprezzati e vilipesi, avvelenati e schiacciati, ma ben più importanti di altri gruppi zoologici più grandi e vistosi.
Per illustrare meglio questo concetto, occorre correggere la percezione che la nostra società mostra allorché considera il valore e il significato del mondo vivente. Per la maggior parte degli uomini, è ovvio considerare elementi dominanti del paesaggio biologico, oltre agli alberi, i grandi animali come i mammiferi. Ma nella realtà, tanto il paesaggio biologico quanto l’equilibrio biologico sono pervasi, condizionati e dominati dalla presenza silenziosa, attivissima e spesso invisibile dei nostri piccoli “fratelli insetti”. Eppure oggi, secondo gli studiosi più avvertiti, proprio questo mondo sterminato e dominante versa in gravi difficoltà, e non soltanto a causa di alterazioni e devastazioni ambientali di ogni genere. Mentre una quantità impressionante di specie sta rischiando ormai l’estinzione, il numero degli entomologi in grado di approfondire questa emergenza, e di studiare in modo adeguato gli Scarabei e gli altri Insetti diminuisce continuamente.
Secondo uno studio del biologo Quentin Wheeler della Cornell University pubblicato nel 1991 su New Scientist, se non si concentreranno studi e risorse nella scoperta e classificazione di questo straordinario mondo ancora sconosciuto, ma già in pericolo, ne deriveranno “incalcolabili perdite non solo per la sistematica, ma per la biologia nel suo insieme”, e quindi per l’uomo stesso.

Egli ritiene che per ogni entomologo esistano 425 specie di insetti già noti da seguire e, ove necessario, allontanare dal rischio di estinzione. Un dato facile da intendere, considerando che a parere dell’amico e maestro Professor Sandro Ruffo, uno dei pionieri della ricerca entomologica nel nostro Paese, ogni specialista può conoscere seriamente non più di 200 specie animali: altrimenti lo studio diventerebbe affrettato e superficiale, con l’impossibilità evidente di garantire un monitoraggio adeguato e continuo. Un dato significativo, soprattutto se raffrontato alle ben diverse proporzioni emergenti tra zoologi e animali (7 specie di mammiferi per ogni mammologo), o tra botanici e piante (97 specie di fanerogame, o piante da fiore, per ogni studioso).
Cosa fare allora? Nei secoli scorsi la realtà era ben diversa, il numero degli appassionati, professionisti e dilettanti, cresceva continuamente, e lo studio degli Insetti non era ritenuto una perdita di tempo, ma un impegno colto e rispettabile. Oggi, per modificare la situazione ed evitare il naufragio nelle nebbie dell’ignoranza, occorre concentrare l’attenzione sulla adeguata divulgazione nelle scuole, nelle università e nella stessa cultura della società. Importante sarà inoltre evitare che le numerose e spesso trascurate raccolte entomologiche, sia istituzionali che amatoriali, vadano disperse come quasi sempre avviene.

Perché è soprattutto dal loro studio comparativo, dalla ricostruzione della biodiversità del passato e dai raffronti con l’odierna situazione, che si potrà tentare di comprendere, e poi ricostituire in pratica, un quadro ecologico equilibrato e migliore, essenziale per il futuro dell’ambiente e dell’uomo. Si potrebbe ancora narrare moltissimo sui Coleotteri, ma forse il ritratto che si è tentato di tracciare di questo piccolo “fratello insetto” fa comprendere qualcosa dei suoi meriti, dimostrando che l’elogio dello scarabeo è più che motivato.
E’ impossibile amare qualcosa senza conoscerla, e non si può difenderla se non la si ama davvero. Il riscatto della natura passa attraverso la mente dell’uomo, e ogni tempo e risorsa dedicati alla cultura, all’esperienza e alla presa di coscienza rappresentano per ciascuno di noi, e per la stessa società in cui viviamo, il più lungimirante investimento per un avvenire migliore.
Franco Tassi