
Mangiare è sicuramente uno dei “riti” fondamentali della nostra vita. Ogni giorno, da quando nasciamo, ci nutriamo per vivere, ma anche per soddisfare voglie e piaceri. Alcuni gusti ci fanno letteralmente perdere la testa, altri proprio non ci piacciono. Il cibo è cultura e il cucinare, come il mangiare, è espressione di quello che siamo e specchio delle tradizioni che ci legano a un territorio e a una storia. Ma il cibo è tutto uguale? Spesso si sente dire “cosa c’è nel piatto?” in realtà in alcuni casi bisognerebbe chiedersi “chi c’è nel piatto”? Perché sì, quando il cibo che ci nutre è il prodotto finale dell’allevamento (spesso intensivo) e dell’uccisione di esseri viventi, la questione si fa molto più complicata e può essere riassunta dalla seguente domanda: è giusto mangiare altri esseri viventi quando la scienza afferma che si può tranquillamente vivere senza farlo? Sono vegetariano dal 1985 e la mai risposta a questa domanda è: sì possiamo, anzi dovremmo considerare di farlo, per tantissime ragioni che proverò a illustrarvi.
Prima di tutto bisognerebbe smettere di considerare il “mangiar carne” come un fatto “naturale” ovvero che l’essere umano, al pari di un carnivoro obbligato (come sono i felini) debba assumere proteine animali per vivere. Questo è assolutamente falso. La nostra storia evolutiva, la confermazione dei nostri denti e del nostro apparato digerente, ci parlano di una natura di frugivori (raccoglievamo e ci nutrivamo di radici, tuberi, etc) ed è per questo che siamo fortemente attratti dal colore rosso (il colore delle bacche e di molti frutti) e ci inebriano i profumi alcolici (ci ricordano quello che i nostri avi Homo sapiens sentivano provenire dalla frutta matura). Insomma, i nostri nonni vivevano ai tropici e facevano delle grandi scorpacciate di frutta!
Il mangiar animali è quindi un fatto culturale, che abbiamo scelto di fare ma che non ci appartiene come specie. Ora, scegliere una strada alternativa, che possiamo chiamare dieta vegetariana, non solo è possibile, ma è anche caldamente consigliato da tantissimi esperti. Si tratta di una scelta che porterà beneficio a noi ma anche agli altri animali perché se un cane è spesso fortunato a nascere tale nella nostra società che lo coccola e lo protegge, nascere pollo, maiale o vitello rappresenta una condanna, una vita in gabbia, per poi morire per soddisfare i palati di chi non si domanda cosa vi è dietro a ciò che mangia. Tanta sofferenza mi verrebbe da rispondere.
Scegliere un’alimentazione vegetariana è semplice! Togliere carne e pesce (spesso ci si dimentica che anche gli abitanti del mare sono animali e che come tali provano dolore nel venir pescati) dalle nostre tavole non solo è un gioco da ragazzi, ma così facendo scopriremo che si allargherà come per magia l’orizzonte di quello che mangeremo. Troveremo nomi strani e affascinanti come il tofu, il seitan e il tempeh ma rivaluteremo anche legumi, cereali che magari non credevamo esistenti, insomma arricchiremo il nostro bagaglio di sapori invece che impoverirlo. Saremmo portati alla ricerca e alla varietà molto di più di quello che eravamo abituati a fare prima.
E altro mito da sfatare, la dieta vegetariana non è affatto povera, tutt’altro. Oggi molti sono gli chef che lavorano in ristoranti famosi e che hanno deciso di abbracciare la scelta vegetariana e i loro menù lasciano davvero senza parole in fatto di ricercatezza, varietà e – posso assicurarvelo – di gusto. Ti fanno proprio leccare i baffi! In ogni caso, l’importante è la varietà. Variare i cibi è il segreto per rimanere in forma e sani, e per fare questo bisogno abituare il gusto fin da quando si forma, ovvero in tenera età. Abituarsi ai sapori diversi come si trattasse di una vera e propria palestra ci permetterà di scoprire gusti nuovi e con essi, nuovi territori di provenienza, nuove tradizioni e nuove storie, il tutto nel pieno rispetto della natura e degli altri esseri viventi.