

Superiore di Filosofia Orientale e Comparativa di Rimini (Università di Urbino).
Insegna Ecologia e Scienze Naturali presso l’UNITRE di Saronno.
Dai recenti studi sulla dinamica dei sistemi e sugli esseri collettivi, sappiamo che, oltre un certo grado di complessità di un sistema, si ha l’emergenza di fenomeni mentali. Il sistema “sceglie” la via da seguire dopo ogni biforcazione-instabilità: la via che verrà presa è assolutamente imprevedibile, anche in linea teorica, sulla base di eventi precedenti avvenuti nel mondo energetico-materiale. Si tratta quindi di un fenomeno mentale. Nelle biforcazioni-instabilità si manifesta un processo creativo: in questo quadro, la creazione non è più avvenuta in un momento remoto del passato, ma è un processo continuo.
Gli scienziati riduzionisti-meccanicisti-materialisti tentano disperatamente di salvare le loro premesse dicendo che il sistema prende a caso la via successiva alla biforcazione. Ma in realtà la parola caso è soltanto un’etichetta che mettiamo a tutto ciò di cui non sappiamo niente.
È bene chiarire subito che tutti i viventi sono sistemi altamente complessi. Se ci sono fenomeni mentali, comincia a manifestarsi una mente-psiche-spirito, il che non significa necessariamente una coscienza. Però sono certamente anche coscienti Uccelli, Mammiferi e, in misura minore, Rettili, Anfibi e Pesci. Non abbiamo alcun motivo di nessun genere per dire che si tratta di una scelta se il sistema complesso è il cervello umano e di un caso se si tratta del cervello di un passerotto o del ganglio nervoso di un cefalopodo o dell’evoluzione di un termitaio.
Poiché tutti i viventi e gli ecosistemi sono sistemi molto complessi, è corretto attribuire a tali entità la denominazione di “esseri senzienti”. Come esempio, una foresta è un sistema vivo e creativo perché ha una grande varietà di viventi e di relazioni organiche/inorganiche con un grandissimo numero di retroazioni.
Riporto queste parole di Fritjof Capra (Verso una nuova saggezza, Feltrinelli, 1988):
Secondo Bateson la mente è una conseguenza necessaria e inevitabile di una certa complessità, la quale ha inizio molto tempo prima che degli organismi viventi sviluppino un cervello e un sistema nervoso superiore. Egli sottolineò anche che caratteristiche mentali sono manifeste non solo in singoli organismi, ma anche in sistemi sociali e in ecosistemi, che la mente è immanente non solo nel corpo ma anche nelle vie e nei messaggi fuori dal corpo. Una mente senza un sistema nervoso? La mente si manifesterebbe in tutti i sistemi che soddisfano certi criteri? La mente sarebbe immanente in vie e messaggi fuori dal corpo? Queste idee erano così nuove per me che, a tutta prima, non riuscii a dar loro un senso. La nozione di mente di Bateson non sembrava aver nulla a che fare con le cose da me associate alla parola “mente”.
Cos’è l’anima?
Nella tradizione della cultura occidentale e nell’insegnamento delle religioni giudaico-cristiana e islamica, il concetto di anima ha in genere il significato di un’entità stabile, permanente, autonoma e unitaria. È qualcosa che “c’è” o “non c’è”. Viene associata esclusivamente all’essere umano, e in senso individuale.
E l’Australopiteco?? La nostra cara bisnonna Lucy? Il Pitecantropo? E, più recentemente, il Neanderthal? Avevano o non avevano l’anima??
Per il materialismo, che è poi l’ala “ufficiale” della scienza meccanicista ed ha oggi un notevole séguito in Occidente, l’anima non esiste, e il pensiero si riduce a una specie di secrezione del cervello. Come accennato, sembra più logico pensare in termini di mente-psiche-spirito: un’entità variabile e senza confini definiti, che si modifica nel tempo ed è caratteristica di tutti i sistemi oltre un certo livello di complessità. Dato che tutti i sistemi viventi hanno un livello di complessità molto elevato, dire che l’uomo ha l’anima e gli (altri) animali “non ce l’hanno” è privo di qualunque significato, è un’assurdità. Tutti i viventi sono anche senzienti, e tali sono anche molte entità naturali (ecosistemi, complessi di viventi, esseri collettivi, ecc.).
Il libero arbitrio
L’idea tradizionale, propria delle istituzioni religiose nate nell’area medio-orientale e di una corrente della scienza, è che l’uomo sia dotato di libero arbitrio, mentre il resto del mondo naturale (compresi tutti gli altri animali!) sarebbe soggetto alle rigide leggi fisiche. Un’altra corrente della scienza “ottocentesca” (il determinismo) non lascia alcuna libertà a nessuno.
Come abbiamo visto, secondo una corrente attuale del pensiero scientifico-filosofico c’è qualche segno di libertà in tutti i processi naturali: ci sarebbe un po’ di libero arbitrio ovunque, anche se in quantità diverse.
Ogni entità naturale, ogni processo, ogni sistema complesso, ha un suo grado di libertà. Solo la “quantità” di tale facoltà è diversa da caso a caso. Solo come esempio, il grado di imprevedibilità che si manifesta in diverse comunità di mammiferi, di uccelli o di insetti non è molto diverso da quello dei gruppi umani. Inoltre le società di molte specie sono notevolmente strutturate.
Guido Dalla Casa
– to be continued–