
La Nutria, dal nome scientifico Myocastor coypus da cui il nome nella lingua dei popoli locali “Coypu”, è un roditore sudamericano originario della Patagonia esistente su questa terra da circa trenta milioni di anni. Il suo arrivo in Italia risale ai lontani anni 20′ del secolo scorso, quando fu importato dal Sudamerica per essere allevato come animale da pelliccia e successivamente immesso nel territorio da allevatori e imprenditori che, a causa del mancato decollo del business da pelliccia, non potendo pagare i costi di abbattimento e smaltimento delle carcasse, aprirono tutte le gabbie e liberarono gli esemplari.
Il nome “nutria” invece, che in spagnolo significa “lontra“, nasce per errore dei coloni spagnoli che, giunti nel nuovo continente scambiarono questi grossi roditori (mai visti nel vecchio continente) per lontre. L’habitat di questo simpatico “castorino” (e non topo, come vogliono farci credere!), è presso le rive dei corsi d’acqua poiché è lì che, essendo una preda e non un predatore (al contrario della lontra, che è un mustelide carnivoro), tende a rimanere stabilmente. La sua tana, che generalmente occupa per tutta la vita, può consistere o in un nido di vegetazione tra gli arbusti e le siepi oppure in cunicoli scavati negli argini: normalmente predilige cave, stagni e altri corsi d’acqua con poca corrente.
Al contrario di ciò che si pensa, non ha bisogno per forza di avere una tana sotto terra! Solo se le condizioni del territorio sono insufficienti a procurarle il relativo riparo, questa è costretta a scavare la propria tana negli argini… ma solo per sopravvivere ai predatori e alle condizioni climatiche avverse! Le caratteristiche principali di questo animale, socievole e assolutamente docile e affettuoso, sono due grandi incisivi di color arancio con cui sminuzza i suoi cibi preferiti (solitamente vegetazione spontanea e NON colture, piante acquatiche, radici, frutti, ortaggi, semi, e farinacei di ogni tipo) grazie anche all’ausilio delle zampe anteriori; delle zampe posteriori palmate, su cui si siede mentre mangia e che le garantiscono il primato come abile nuotatore e sommozzatore (riesce a rimanere in apnea per 5 minuti interi!); una riproduttività estesa a 2/3 volte l’anno, con cuccioli da 2 a 6 unità, capaci già dopo 24 ore di nuotare con la mamma; e una grandissima cura e dedizione alla pulizia del corpo, soprattutto denti e pelliccia, attività che ama davvero moltissimo e che effettua tutti i giorni!
Spesso si sente dire che le nutrie sono i principali protagonisti del danneggiamento di colture… Ma questo è vero? Assolutamente no! O meglio… a livello nazionale la nutria è un animale che influisce in percentuale molto bassa sui costi erogati per indennizzare i danni causati dagli impatti della fauna selvatica, allo stesso livello del tasso o di altri animali e in maniera minore rispetto a lepre, fagiano o cinghiale, animali cosiddetti “a scopo venatorio”, immessi sul territorio per interesse umano, senza criteri ecologici e di sostenibilità ambientale. E a ciò bisognerebbe aggiungere che la principale causa di danni e squilibri è tutta dell’uomo, a causa anche dell’agricoltura intensiva: argini diserbati, cattiva gestione del territorio, interessi economici… Siamo noi i principali nemici del nostro ambiente, non le nutrie!
E dal punto di vista igienico-sanitario? Gli istituti zooprofilattici non considerano la nutria un pericolo: anche se essa potrebbe essere un potenziale vettore secondario della leptospirosi, la cosiddetta “febbre da campo”, non potrebbe arrecare danni nè alla salute dell’uomo, nè degli altri animali… o almeno non più di quanto potrebbe fare tutta la fauna selvatica presente sul nostro territorio. E per quanto riguarda il contenimento della nutria, che com’è stato detto dal Ministero dell’ambiente, non ha alcun bisogno di essere eradicata… non sono assolutamente efficaci nè consigliati dallo stesso ministero spari, trappole a eutanasia o gabbie: piuttosto sarebbe auspicabile indirizzarsi verso il miglioramento ambientale (piantumazione degli argini), l’ingegneria naturalistica (rete antinutrie) e, non ultimo per importanza, il controllo della fertilità. E pensare che nei paesi dell’Est d’Europa, la nutria è considerata un vero e proprio animale da compagnia!