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I diritti degli animali

i diritti degli animali

Possiamo far risalire agli anni settanta del secolo scorso la nascita di una sensibilità diffusa pronta a rivendicare i diritti degli animali non umani. A dire il vero, molti filosofi nel corso della storia si sono interrogati sugli animali come soggetti capaci di provare emozioni (sia negative, come il dolore, che positive, come la gioia), ma solo con il filosofo australiano Peter Singer – che nel 1975 scrive Animal Liberation (Liberazione animale) – inizia a prendere forma un movimento globale che si fa portavoce dei diritti degli animali. Ma quali sono questi diritti? Semplificando, i diritti fondamentali (che andrebbero) riconosciuti agli animali non umani sono di due tipologie: il diritto alla vita e il diritto a viverla secondo la propria dimensione di specie.

Gli animali sono esseri senzienti ovvero esperiscono un grande ventaglio di emozioni: provano dolore quando vengono percossi e, contrariamente, si può leggere nei loro occhi o dalla loro coda, gioia e aspettativa quando capiscono che un evento positivo è in imminente arrivo! Gli animali in poche parole sono dei soggetti con una propria vita emotiva complessa e articolata. Tale constatazione – che dovrebbe essere ormai assodata per tutti, ma che purtroppo ancora non lo è – implica che a essi vengano sempre garantiti alcuni diritti basilari: non provare dolore fisico, la libertà di movimento, il non patire la fame e la sete. Tutto ciò confluisce in quello che è conosciuto come “animal welfare” ovvero “benessere animale”.

Ma la vita di un animale non è solo avere la possibilità di nutrirsi e uno spazio dove muoversi. E’ molto di più! All’animal welfare si associa il well-being, letteralmente salute e felicità. Ogni animale ha diritto a poter esprimere la propria dimensione di specie che da noi etologi viene chiamato “etogramma“. Facciamo un esempio per capirci meglio: l’etogramma di un delfino in natura è quello di percorre fino a trenta km al giorno in cerca di cibo, di spostarsi in gruppi gerarchici nel quale si comunica secondo un codice condiviso da tutti i membri del gruppo, di attuare alleanze per cacciare e di godere della compagnia di compagni scelti e non imposti. In un delfino esposto in un acquario, anche se nutrito quotidianamente, non ritroviamo nessun elemento del suo etogramma e sicuramente questo fa sì che il delfino esposto sia un individuo infelice proprio perché impossibilitato ad esprimere i suoi bisogni e necessità che fanno di lui un Delfino e non un oggetto da museo!

Molte sono le battaglie che dagli anni settanta a oggi si stanno combattendo in favore dei diritti animali. Possiamo nominare ad esempio, il progetto “grande scimmia” nato nel 1997 che mira a riconoscere ai primati alcuni diritti umani come quello alla vita, alla libertà e non subire tortura e che “mette in crisi” l’esposizione di primati allo zoo. Tanta strada è stata fatta, ma molta altra ne resta da fare poiché non solo a certi animali – come le scimmie e i delfini – vanno riconosciuti diritti in virtù di quel loro essere tanto simili a noi, ma dobbiamo riconoscerli a tutti gli animali, dalle galline ovaiole, ai visoni allevati per produrre pellicce, ai topi usati per la sperimentazione… in poche e semplici parole, ad ogni essere senziente che ci accompagna in questo viaggio sulla terra chiamato vita!

Benedetta Catalini
Benedetta Catalini
Sono una componente della redazione che si occupa di inserire i contenuti di Roberto Marchesini all'interno di questo blog. Auguro a tutti Voi una buona lettura!
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